TERAPIA DEL DOLORE MIOFASCIALE

Il dolore miofasciale è caratterizzato dalla presenza di Trigger Point attivi, che causano una sintomatologia dolorosa a carico dell’apparato muscoloscheletrico, provocando rigidità, riduzione dell’ampiezza articolare, riduzione della forza muscolare(ma non ipotrofia), limitazioni funzionali, disfunzioni posturali.I Trigger Point sono delle bandellette contratte all’interno del muscolo e fascia, nei tendini, nei legamenti. Costituiscono una piccola zona ischemica, rigida e poco contrattile generata spesso da sovraccarichi, traumi o microtraumi che determinano una condizione di contrattura strutturata.

I TRIGGER POINT POSSONO ESSERE ATTIVI O LATENTI

Il Trigger Point Attivo costituisce un focolaio di iper-irritabilita’ in un muscolo o fascia, che provoca una sintomatologia dolorosa in una zona ben definita sia a riposo che in fase dinamica; è sempre dolente, riduce la forza muscolare e l’allungamento; la sua stimolazione riproduce ed aumenta la sintomatologia dolorosa riflessa.
Il Trigger Point Latente può avere tutte le caratteristiche del Trigger Attivo, con l’eccezione che non determina dolore a riposo o durante i movimenti, ma solo alla palpazione diretta.
Il Trigger Point Latente può rimanere tale per anni e poi attivarsi in seguito a dei traumi diretti o indiretti, stiramento muscolare, sovraccarico, posture scorrette e prolungate nel tempo, carenze vitaminiche e alimentari, stress emotivi.
La valutazione del dolore è un momento importante durante il quale verranno poste al paziente, domande e test specifici , osservazione e valutazione della postura; questo ci permette di individuare e trattare in maniera mirata il Trigger Primario che è la vera causa della sintomatologia dolorosa che spesso affligge il paziente anche da diversi anni.

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